Senti chi parla su Facebook (se i bambini usassero i social).

prima o poi l'amore arriva. E t'incula.

Le mamme imperversano sui social. Ma se i bambini potessero dire la loro? Beh per me e Paola Patrizi succederebbe questo…

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Vivetela come la nostra personale campagna #fertilityday: Fate figli, mettete al mondo gente che vi faccia ridere.

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8 Cose da dire alle persone che pensano che donne ed uomini siano già alla pari

Un Altro Genere Di Rispetto

Ho deciso di tradurre questo pezzo dell’Huffpost Women che, in occasione della giornata dell’uguaglianza delle donne negli Stati Uniti festeggiata il 26 agosto, affronta 8 punti che mostrano il mancato raggiungimento della parità.

L’articolo è basato su dati e fatti relativi agli Stati Uniti, ma direi che possano ugualmente far riflettere sull’attuale situazione femminile. Inoltre, l’originale è ricco di link riportanti fonti ufficiali, ovviamente tutte in inglese. Mentre nel seguente testo tradotto troverete dei link di approfondimento in italiano. Buona lettura 🙂

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SCIATTA È BELLO

IL SUCCO DI MELA

io ci tengo ad essere a posto per me stessa”.

L’ho sentito mille volte. E so che è vero per molte.

Ci sono quelle donne sempre a posto anche per andare dal giornalaio e non perché gli piace il giornalaio. (Assurdo)
Che sono perfettamente depilate tutto l’anno, anche se sono single. O sposate. (Follia)
Che si mettono lo smalto anche quando vanno nella baita affanculo per una settimana a raschiare muschi e licheni. (Si raschiano i muschi e i licheni?)
Che vanno al mercato con il vestitino carino e non solo perché magari incontrano George Clooney che non sa scegliere il cavolfiore giusto. (Daunobravo)

Brave.

IO NO

A me basta sapere che, se voglio, posso essere carina (e questo aiuta, certamente) per farmi stare serena. Ma di più. Serenissima. Insomma, vivo in potenza e (quasi) mai in atto, ma con grande pace…

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Lettera ai miei figli: le bugie di una madre lavoratrice

Le Donne Visibili

Una madre scrive alla figlia per confessarle le bugie che una madre lavoratrice è costretta a dire.  "Le ali degli angeli raffreddano i poeti" (A.Merini)  Dipinto di Elisabetta Trevisan. Una madre scrive alla figlia per confessarle le bugie che una madre lavoratrice è costretta a dire.
“Le ali degli angeli raffreddano i poeti” (A.Merini) Dipinto di Elisabetta Trevisan.

Siamo onorate di pubblicare una lettera che ci ha inviato una lettrice che si firma “una mamma”. Non aggiungiamo commenti a questo testo che ci ha veramente colpite per la sua chiarezza e onesta, aspettiamo con ansia le vostre opinioni. 

Si discute tanto di bonus bebè e allora vorrei scrivere una lettera ai miei figli in modo che quando saranno grandi capiranno tante cose che oggi non ho il coraggio di dirgli.

Non ho detto a mia figlia che mi hanno licenziata quando lei aveva appena un anno. Non le ho detto che durante la maternità mi avevano sostituita con un altro, uomo guarda caso, a cui ho dovuto insegnare il lavoro e che poi si è tranquillamente sostituto a me. Per fortuna subito dopo…

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Come susine acerbe & Canditi amari

Collettivo Antigone

Come susine acerbe

Come mi chiamo dici? Non so, non ricordo più. Che domande mi fai, certo che tra studiare e giocare io preferivo giocare, mi piaceva giocare e ridere era bello. Giocavo a fare la mamma alla mia bambola, giocavo a fare la sposa con le lenzuola del letto. Poi, un giorno, mi hanno vestita a festa. Mi hanno messa accanto ad un signore che non conoscevo. E io non capivo. La mamma ha usato tante volte la parola dovere: devi fare quello che ti dice, devi obbedire. Mi hanno tolto la bambola. E io ho pianto. Mi hanno detto che se facevo la brava, presto avrei avuto una bambola più bella, anzi: tante bambole più belle, che avrebbero pianto veramente e potevo dargli da mangiare, proprio le bambole che avevo sempre desiderato! Quando la festa è finita, quel signore ha detto che ero sua moglie e che ora…

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Miti sullo stupro, sessualizzazione delle bambine e Corrado Augias

il ricciocorno schiattoso

Uno dei miti sullo stupro più radicato nella nostra cultura è sicuramente quello che racconta che solo un certo tipo di persone rischia di subire uno stupro, quelle donne che in qualche modo “se la vanno a cercare”: perché provocano, perché vestono in un certo modo, perché sono belle e/o perché sono “facili”.

Per definire quell’insieme di false credenze che incoraggiano e giustificano l’aggressività sessuale maschile, creando un clima sfavorevole alle vittime, si usa l’espressione “cultura dello stupro“.

Nella cultura dello stupro rientrano anche fenomeni come l’ipersessualizzazione e l’oggettificazione del corpo femminile operata dai media: in una società che ci mostra prevalentemente immagini di corpi femminili impegnati a sedurre, le donne imparano sin da piccole a pensare a se stesse come ad oggetti sessuali, il cui valore è dato dalla capacità di essere attraenti.

Da tempo si denuncia il preoccupante fenomeno della sessualizzazione di…

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Lo stressato

Lunanuvola's Blog

Secondo alcuni amici, Pietropaolo era fortemente stressato anche a causa dei continui e forti rumori provenienti da un campo di “paintball” adiacente alla sua abitazione. Si era più volte lamentato della situazione e aveva anche sporto denuncia nei confronti dei titolari della struttura. Secondo alcuni testimoni era stato anche in cura da uno psichiatra.”

Il sig. Paolo Pietropaolo, anni 40, nullafacente con precedenti per droga che viveva “amministrando terreni di sua proprietà”, era stressato. Anche presuppone che nell’articolo fossero stati menzionati ulteriori motivi di stress, ma vi assicuro che non ve n’era traccia. Forse era anche andato da uno psichiatra, il quale ora se esiste deve classificare come fallimento la terapia adottata. Perché per lo stress, e “al culmine di una lite che è degenerata”… è accaduto qualcosa di inevitabile e incomprensibile e cascato dal cielo come un fulmine: il raptusha mosso le mani all’esaurito esasperato, gli ha…

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1 anno di Pippa…

LaPippaMentale

Ed eccoci qua, al pippone speciale.  Ho letto un paio di giorni fa un  post di un regista, Gabriele Pignotta, che dice che gli artisti non devono parlare di sé in prima persona, ma devono lasciare che le loro opere parlino per loro. E di solito anche io faccio così. Perciò scusate se vi parlo un po’ di me, se smetto per un giorno, uno solo dell’anno, la maschera brillante. Per dire grazie a quest’anno. Che è stato per me l’anno più bello… quasi di tutti, diciamo.

Il motivo per cui ho creato Pippa è stato: un fallimento. Il fallimento di un esame in particolare, che mi aveva tenuto tutte le vacanze in modalità Grinch e di cui è rimasta epica la domanda fatta a mia madre “ma secondo te potrò chiamare Agnese per chiederle gli appunti sulle emorroidi?” alle 20:40 del 24 dicembre. Livelli di esaurimento inauditi. Le valigie…

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Concerto

Lunanuvola's Blog

(“A letter to the man who called me a cunt at a Take That gig”, di Felicity Hannah, giornalista freelance, 17 luglio 2015, trad. Maria G. Di Rienzo.)

concerto folla

Caro Chris,

sono sicura che ti ricordi di me; sono la donna a cui ha urlato insulti per la maggior parte della durata di un recente concerto. So che il tuo nome è Chris perché ho sentito la tua compagna usarlo mentre ti chiedeva di lasciarmi in pace – sai, giusto prima che tu le piantassi l’indice in faccia dicendole di stare zitta. Come dev’essere affascinante uscire con te.

Sembra che tu avessi un’idea molto diversa dalla mia della situazione e perciò ecco cos’è accaduto. Eravamo tutti là per vedere i Take That, un concerto che era costato ad ognuno di noi un bel po’ di soldi per parteciparvi. Io ci avevo portato mia sorella per il suo compleanno e, sebbene non…

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